Province col cerino in mano


Province col cerino in mano Da Il Giornale di Rieti di Rosella Vivio del 28-01-2015 - Politica

È il disallineamento tra L. Delrio e quella di stabilità del 2015 che crea vuoti di competenze e mancanza di risorse. A colloquio con Giuseppe Rinaldi dopo alcuni mesi da presidente senza portafoglio

 Era il 12 giugno1902 quando, con un ordine del giorno, Gesualdo Libertini, deputato del Regno d’Italia,  chiese al Ministro dell’Interno di presentare un disegno di legge per “abolire l’ente Provincia, riconosciuto ormai perlomeno inutile“. Ente istituito da Rattazzi nel 1859. E anche in fase Costituente non mancarono i tentativi di semplificare l’architettura istituzionale liberandola da un livello intermedio. Ci provarono, inutilmente, Luigi Enaudi ( primo Presidente della Repubblica) e Costantino Mortati.

Contrario alle province era anche Giorgio La Malfa e tanti altri ancora che non starò qui a ricordare. Facendo un salto storico, la cancellazione delle province è tornato ad essere tema istituzionale nel maggio del 2010, quando si cercavano risorse da inserire nella manovra finanziaria. Sembrò di poterle trovare con la cancellazione delle province con meno di 220mila abitanti.

Dopo bocciature parlamentari, conversioni in legge di decreti legge, tentativo di riordino con disposizioni di legge in nome della spending review ( riduzione della spesa pubblica), rivolte di trasversale natura, ricorsi, sentenze della Corte Costituzionale ecc. ecc. ecc… siamo arrivati alla Legge Del Rio. Alla luce dei fatti un bel pasticcio. Un pasticcio, se capisco bene, prodotto non tanto dalla legge 56/2014 che prevedeva un iter fatto di spostamenti di funzioni, risorse, personale tra i diversi enti, ma non risparmi di spesa.

Il problema nasce con la Legge di stabilità del 2015 che anticipa gli effetti che la legge Delrio prevedeva solo alla fine del percorso di riordino. “ E’ un problema di “disallineamento†tra quanto prevedeva la disposizione Delrio del 2014e la Legge di stabilità del 2015â€, dice il presidente della Provincia di Rieti Giuseppe Rinaldi, preoccupato e anche un po’ sconsolato, in ritardo di appena cinque minuti rispetto all’appuntamento che avevamo.

Presidente Rinaldi, è pentito di aver accettato un impegno del genere. Oltre a tutto senza percepire indennità alcuna?

Per me la politica è passione. E le passioni danno la marcia giusta per affrontare anche le salite più impervie. Ma certo che la situazione è pesante. Il riordino Delrio viene fatto con una specie di passaggio di cerini accesi. Le province, anzi, i presidenti,  sono rimaste col cerino in mano. Mi dispiace andare in giro e vedere le strade malridotte; andare nelle scuole e dover dire ai dirigenti scolastici che non ho i soldieche la cosa migliore è fare una convenzione per affittare gli spazi : palestre, aula magna e quant’altro, da cui trarre un profitto per fare la manutenzione ordinaria. Noi, al massimo, possiamo occuparci delle scuole meno fortunate come quella di Cittaducale e Amatrice.

Ma la Regione che fa?

La Regione forse quest’anno interverrà con un piano straordinario per le strade. Ma il problema è che non si capisce bene nemmeno dove comincia e dove finisce l’ordinario e lo straordinario nella manutenzione stradale. Né è chiarissimo a chi spettano le competenze su 500 chilometri di strade: alla Regione? All’Astral? Alla Provincia?

La confusione sulle competenze è storia vecchia. A questo serve la riforma, alla semplificazione…

Sì, ma intanto a me tocca rispondere al sindaco che mi chiede come fare per dare un servizio a persone in grande difficoltà. Proprio poco prima di arrivare ho ricevuto la telefonata del sindaco di Nespolo che mi sollecitava sul caso di un alunno portatore di handicap a cui prima assicuravamo il servizio di trasporto a scuola. Oggi pomeriggio ne parleremo in Regione, Refrigeri, Mitolo ed io.

A che punto siete col personale?

Abbiamo fatto i prepensionamenti che potevamo fare e avviato l’iter e per mandarne in pensione una cinquantina nel triennio applicando la Fornero. Adesso dobbiamo ridefinire la pianta organica  e fare la mobilità del 50% del personale.

E Risorse Sabine?

Eh! Risorse Sabine sta ancora appesa alle decisioni della Regione. Sembra che vogliano darci degli stanziamenti per alcuni progetti utili a dare continuità alla società e occupazione ai dipendenti per il 2015. Vedremo. Bisogna vedere come ce li danno questi soldi. E’ anche un problema amministrativo.

Ma come mai Risorse Sabine non si occupa più della piscina?

Ecco, quando si parla di disallineamento s’intende  questo: non si sa a chi spettano le diverse funzioni. Le province non hanno più quella dello sport. Già al tempo del commissario Felici è stata fatta una gara per la gestione di piscina e pattinodromo, prevedendo che una parte dei servizi sarebbero stati garantiti ad una società in house della Provincia.

Quindi non si sa a chi spetta lo sport. Una cosa che per Rieti ha un certo peso.

Esatto. Qui c’è una struttura importante come il palazzetto dello sport che costa decine di migliaia di euro l’anno, dove giocano centinaia di persone, molti ragazzini. Chi deve occuparsi della manutenzione ? La Regione? Il Comune? Il Comune dice di non avere soldi. Ma la provincia non ha né soldi, né competenze. Comunque a me sembra molto più grave sottrarre servizi a persone fragili, come disabili e anziani.

Parliamo di un fatto che ha creato molti malumori, a proposito di mobilità di personale tra enti. Intendo la vicenda della dottoressa Serva.

A me è stato chiesto di dare il nullaosta. Per quanto mi riguardava non avevo nulla in contrario, ma informalmente avevo fatto presente l’inopportunità della scelta e che la cosa avrebbe generato polemiche, vista la presenza in Consiglio comunale del marito. Ora è tutto fermo e credo sia difficile che avranno l’autorizzazione a procedere dal Ministero.

E l’altra polemica nata per la gara sulla società dei rifiuti?

Ora il Tar si è espresso sulla sospensiva della gara e sull’altro ricorso per l’accesso agli atti che si diceva fosse stato negato. Io credo di aver agito in modo corretto e ho trovato sopra le righe certe prese di posizione.  Io, dopo aver fatto tutto quanto dovevo per assicurarmi di non aver ricevuto denunce ( chi muove il sospetto di un dolo dovrebbe essere conseguente e denunciare) e che tutto fosse stato fatto in modo regolare sotto il profilo amministrativo e procedurale ho aspettato le decisioni del Tar. Ora non accelererò, ma superati i tempi massimi procederò come di dovere per rendere fattiva la gara. Tra una ventina di giorni circa riuniremo l’assemblea dei sindaci per dotare i comuni del servizio di raccolta differenziata.

Poi c’è il tema dell’acqua.

Beh, l’acqua coinvolge molto la Regione. Eravamo partiti con una società mista e molto capitalizzata, con molti soldi. Ora è diventata una cosa molto più piccola. Una società con cinquantamila euro di capitalizzazione ha bisogno di un ragionamento con la Regione per capire come procedere. Ma noi, anche sotto il profilo formale abbiamo fatto tutti gli adempimenti che ci competevano e gli ultimi tre comuni, Rieti, Poggio Mirteto e Toffia, hanno finalmente approvato lo statuto di Ato3.

A che punto si è con  l’eterna questione della Rieti Torano?

Questa è una questione importante che richiederebbe una volontà comune di  portare a termine un’opera pubblica importantissima per l’intero territorio. Io non sono un tecnico e pertanto sto a quanto mi si dice. Siamo in attesa di una convocazione da parte dell’assessore regionale Refrigeri per vederci, sindaci interessati e Astral, per sciogliere gli ultimi nodi. La Provincia ha fatto tutti gli atti amministrativi necessari e dovuti. Speriamo bene.

In conclusione che si può dire?

Che al presidente della nuova Provincia  spetta solo il ruolo d’interprete della volontà dei comuni. Inutile tirarmi per la giacchetta su temi che mi competono solo in quanto coordinatore. Parlo, ad esempio del Terminillo. Qui ci sono cinque comuni che aderiscono a un progetto. Al presidente della Provincia spetta solo di dare una mano nel portare avanti la loro volontà. In passato è stato fatto altro e di più..

Gettando le basi per le difficoltà di oggi, a mio vedere. Prendiamo l’enorme proprietà immobiliare creata nel tempo e che vi ritrovate a dover gestire


Anche lì c’è un problema. C’è l’Invimit che dovrebbe occuparsi del fondo per gli immobili delle province , ma alcuni immobili generano reddito, come il palazzo della Prefettura, altri generano spesa, come il palazzetto dello Sport, se lo dò a un fondo patrimoniale che fa, lo mette a gara? Allora lo mettiamo a gara noi.

Insomma le cose da vedere sono tante. Ma vi dimettete tutti voi presidenti?


le dimissioni restano un’ipotesi di protesta verso le regioni e Governo sordi di fronte ai bisogni dei cittadini, ma si danno solo se aderiscono tutti.



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