Botte allâarbitro ragazzino, sanzioni leggere. E stavolta scatta la protesta dei fischietti
Da Il Resto del Carlino di Valerio Rosa del 27-05-2015 - Sport
Ridotte le squalifiche agli aggressori. Il caso finisce sul tavolo di Nicchi di Valerio Rosa
Arbitri di calcio ascolani in rivolta dopo la decisione della Corte dâappello territoriale di annullare le squalifiche comminate dal giudice sportivo e ridurne lâentitĂ nonostante un giovane fischietto sia finito allâospedale picchiato da alcuni atleti. Una decisione incredibile, assurda. La Corte dâAppello delle Marche con sede ad Ancona, organismo della Figc, presieduto dallâavvocato Gianmario Schippa, ha avuto il coraggio di passare sopra le ferite e i lividi del diciannovenne arbitro della sezione di Ascoli finito allâospedale âMazzoniâ, riducendo da cinque a due anni le squalifiche ai protagonisti dellâaggressione.
La gara. Il giovane e promettente arbitro, giĂ designato in gare di seconda categoria, era stato inviato al campo comunale di Amatrice dove si disputava la gara play-off di Terza Categoria tra Amatrice e Maltignanese (risultato finale 1-2). Al termine del match, i padroni di casa hanno accerchiato lâarbitro, che è stato colpito con calci, pugni e spinte. Il direttore di gara, pur giovanissimo, è riuscito comunque a fare rientro negli spogliatoi grazie anche allâaiuto di un agente in borghese che era presente casualmente ad assistere alla partita. Il giovane è stato poi costretto a recarsi allâospedale ÂŤMazzoniÂť per farsi medicare, anche se sul momento, probabilmente in preda allo choc ha riferito ai dirigenti dellâAmatriche si erano attivati seppur tardivamente per proteggerlo, di star bene.
Le squalifiche. Nei provvedimenti disciplinari del mercoledĂŹ successivo alla gara, il giudice sportivo della delegazione provinciale di Ascoli, Roberto Mistichelli, aveva usato la mano pesante squalificando fino al 30 giugno 2018 il calciatore Maurizio Cavezza, fino al 31 dicembre 2018 Pietro De Santis, quale capitano della squadra, e fino al 6 maggio 2020 il calciatore Elvidio Cioni, tutti dellâAmatrice, condannando la societĂ al pagamento di una ammenda di mille euro a titolo di responsabilitĂ oggettiva.
Chiamato a fornire ulteriori chiarimenti, lâarbitro si è recato alla Corte dâAppello e, come riportato nel comunicato ufficiale, ha dichiarato: ÂŤA fine gara fui circondato dalla generalitĂ dei calciatori e dirigenti della squadra locale e uno di questi mi afferrò da dietro tenendomi fermo per le spalle. Fui colpito dapprima con una pallonata in faccia e poi con almeno cinque calci allâanca e alle gambe da calciatori della squadra locale non individuati. Il calciatore Cavezza Maurizio mi afferrò per il naso stringendomelo per qualche secondo di tempo. Appena mi liberai indietreggiando, Cioni mi colpĂŹ con un pugno al naso. Subito dopo intervenne il dirigente Gabrielli Giancarlo, il quale cercò di proteggermi, in particolare dalle persone, una trentina, che nel frattempo erano entrate e si trovavano davanti allâingresso degli spogliatoi, ma uno di loro mi colpĂŹ con un pugno tra lâocchio ed il nasoÂť.
La sentenza. Ascoltate le versioni delle due parti (lâAmatrice e il direttore di gara), la Corte Sportiva dâappello territoriale ha graziato la societĂ laziale riducendo sensibilmente le squalifiche a Cioni (fino al 31 dicembre 2017), di ben tre anni a Cavezza (squalificato fino al 30 giugno 2016) e assolvendo il capitano Pietro De Santis, creando cosĂŹ un pericoloso precedente perchĂŠ nel ricorso si parla di contatti lievi, di pallonate lanciate accidentalmente verso lâarbitro, di calci arrivati solo nella concitazione del momento, del naso stritolato allâarbitro ma non con forza. Ebbene la Corte dâAppello ha creduto a questa versione cervellotica dei fatti e ha accolto il ricorso.
Le reazioni. Indignazione, rabbia e costernazione sono state le reazioni a caldo degli arbitri ascolani e non solo, visto che come sembra il caso è arrivato anche sul tavolo del presidente nazionale Marcello Nicchi. E cosÏ ora tutta la categoria arbitrale è in rivolta, tanto che sono state ipotizzate clamorose iniziative, persino uno sciopero nella prima giornata della prossima stagione agonistica, per cercare di sensibilizzare i dirigenti e i calciatori sul problema della violenza contro i direttori di gara. Una decisione a difesa di un giovane e promettente arbitro, di un collega che come tanti altri domenicalmente si reca nei campi di calcio e che è stato colpito prima fisicamente da violenti che andrebbero radiati dal mondo del calcio e poi moralmente da una giustizia sportiva stavolta davvero cieca.
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