Ritrovamenti ad Amatrice: Saletta, memorie dal sottosuolo


Ritrovamenti ad Amatrice: Saletta, memorie dal sottosuolo Da Il Messaggero di Pietro Bizzoni del 09-02-2003 - Cultura

IL MESSAGGERO
Domenica 9 Febbraio 2003
Amatrice. Nuovi e importanti scoperte dagli scavi archeologici che hanno portato alla luce la necropoli picena
Saletta, memorie dal sottosuolo
Quindici tombe, statuette e monili d’oro fra i 300 reperti ben conservati

di PIETRO BIZZONI
Nuovi interessanti sviluppi sul ritrovamento di una necropoli picena avvenuta nei mesi scorsi nei pressi dell’abitato di Saletta ad Amatrice.
Gli scavi, iniziati dai soliti tombaroli nel mese di giugno scorso, sono stati poi "denunciati" alla Soprintendenza dei Beni archeologici del Lazio, dal proprietario del terreno, emigrato in America e improvvisamente tornato nell’Amatriciano.
Sono così intervenuti sul sito esperti archeologi, che, appoggiati dall’amministrazione comunale, hanno iniziato a sondare il terreno arrivando a scoprire ben 15 tombe.
La posizione in cui sono stati trovati i resti dei cadaveri mostra chiaramente la sistemazione a scacchiera con la salma del personaggio più importante al centro e tutte le altre posizionate attorno a mo’ di protezione del defunto.
Circa 300 i reperti trovati in poco più di 50 centimetri di profondità e in due mesi di scavo tra ottobre e novembre dello scorso anno.
Con l’avvicinarsi della stagione fredda e il blocco possibile degli scavi, la Soprintendenza ha preferito "insacchettare" gran parte del terreno per poi suddividere in un secondo tempo, i vari reperti dalle scorie di 3.000 anni di sepoltura.
Monili d’oro, costituiti da placchette rettangolari raffiguranti volti femminili uniti tra loro da anellini, coppe a doppio manico tra i 20 e i 40 centimetri d’altezza perfettamente conservate e porta unguenti colorati, giudicate dagli esperti risalenti al periodo Egizio, segno evidente di un fiorente commercio tra le due sponde del Mediterraneo.
Vivissimo e sempre più crescente l’interesse espresso dalla popolazione amatriciana per il ritrovamento di questo ennesimo sito che forse potrebbe dare il "là" ad una campagna di scavo più seria, che coinvolga su ampia scala tutti i siti delle Alte valli di Tronto e Velino (tra i comuni di Amatrice e Cittareale).
Il timore che serpeggia, comunque, è che tutti i reperti inscatolati e trasportati a Roma finiscano per andare ad arricchire i già stracolmi magazzini della Soprintendenza ai Beni archeologici e a far compagnia alle statue, agli ori e alle suppellettili già ritrovati dieci anni fa tra Torrita, Sommati e Amatrice.
Una soluzione percorribile potrebbe riguardare la creazione di un centro studi e una serie di sale museali da rendere fruibili a tutti, mentre per gli scavi l’idea migliore sarebbe quella di affidarsi ad una o più cooperative specializzate in lavori di archeologia o, meglio ancora, attrezzare una sorta di campus universitario e ricerche archeologiche.
Dal sottosuolo del Reatino, insomma, continuano a riemergere le memorie di un passato importante, tant’è che i ritrovamenti di Amatrice fanno il paio con quelli venuti alla luce qualche mese fa a Leonessa.
Tra questi e quelli, dunque, la conferma che i reperti trovati in provincia rappresentano le novità più interessanti per lo studio dell’archeologia nell’Italia centrale.



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