Terremoto, sindaco di Amatrice: le Sae sono dello Stato, no alla consegna ai comuni


Terremoto, sindaco di Amatrice: le Sae sono dello Stato, no alla consegna ai comuni Da Il Giornale di Rieti di - del 16-07-2018 - Attualità

«È incomprensibile come uno Stato abituato a fronteggiare calamità naturali non possa contare su un impianto normativo certo»

«La linea di questa amministrazione è compatta fin da sempre, da Pirozzi a me passando per la comunità: le Sae (Soluzioni abitative in emergenza) sono dello Stato e vogliamo che i nostri territori, alla fine dell'emergenza, tornino ad essere quelli che erano. Su questo non si discute». Lo afferma in una nota il sindaco di Amatrice Filippo Palombini.

«È incomprensibile come uno Stato abituato a fronteggiare calamità naturali non possa contare su un impianto normativo certo e debba di volta in volta cambiare le regole - osserva - Ci hanno detto che il Comune doveva reperire le aree, chiedendole ai privati, aree idonee per il collocamento delle Sae, le doveva occupare promettendo affitto (come da istruzioni), le doveva consegnare alla Regione per le opere di urbanizzazione e alla Protezione Civile che ci avrebbe realizzato le Sae. Così è stato fatto. Poi sarebbe avvenuto il processo inverso. Alla fine dell'emergenza la Protezione Civile avrebbe ripreso le sue Sae, la Regione avrebbe ripristinato i luoghi e il Comune avrebbe riconsegnato i terreni ai privati. E cosi si deve fare».

«Ora invece ho sentore che le cose possano cambiare. Da più parti arrivano notizie che qualcuno sta cambiando le regole in corsa - prosegue - Lo Stato tende a procedere all'esproprio dei terreni, come primo passo per poi consegnare ai Comuni la proprietà dei Sae e lasciare a loro la palla per il futuro smaltimento. Non lo vogliamo».

«In primis sarebbe una mancanza di rispetto verso la gente che ha ceduto le proprie proprietà per l'emergenza, ma alla quale è stato promesso che ne sarebbe tornata in possesso. Poi sarebbe un grave danno per le casse comunali per giunta scaricato sulle generazioni future, quando i Comuni si troveranno, inevitabilmente, a dover rimuovere ormai baracche e pagarne i costi di rimozione e smaltimento. E poi sarebbe un grave danno al futuro dell'ambiente, vero valore di questi territori. Una cementificazione selvaggia e senza controlli di terreni agricoli e di valenza ambientale, consumo di suolo, deterioramento del paesaggio, tutti aspetti che cozzano pesantemente con l'obiettivo, che credo sia condiviso da tutti, di una ricostruzione rispettosa dei territori e dell'ambiente, della storia e della architettura tipica e identitaria. Noi non ci stiamo. La linea di questa amministrazione - conclude il sindaco - è compatta fin da sempre, da Pirozzi a me passando per la comunità: le SAE sono dello Stato e vogliamo che i nostri territori, alla fine dell'emergenza, tornino ad essere quelli che erano. Su questo non si discute».



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