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Da Cornillo Nuovo.

RITORNARE A ........

Passate le gole ecco Pizzo di Sevo.
Per tutta la parte iniziale del viaggio lo immagino e mi chiedo se la sua cima sarà ancora innevata.
Poi i punti di riferimento si susseguono e sussurrano ricordi alla mia memoria annebbiata dai clamori della città.
Il lago Scandarello, il bivio per Amatrice e poi Amatrice stessa col suo corso dritto e lungo ma soprattutto con i suoi odori che, finalmente, ti fanno calare nella realtà: sono a casa! Cornillo nuovo No, non fermiamoci, tiriamo dritto per Cornillo, ho bisogno dei suoi colori, dell'aria, della mia vita che questo paese trasuda e cattura come tanti anni fa.
Superato il bivio per Preta e Capricchia, arranchiamo sulla "salita del prosciutto", poi "la curva" e il Cimitero dove riposano mia madre e i nonni materni.
Ecco ora si, possiamo fermarci.
E' sempre la prima tappa, col saluto a chi abbiamo amato.
Un fiore , una preghiera e qualche sguardo lanciato qua e là a coloro che ci hanno visto crescere e che non ci sono più.
Si, ora sono veramente a casa e posso tornare a respirare quest'aria sottile che non ho mai trovato altrove.
E mi chiedo cosa fa di questo luogo qualcosa di speciale.
Sono solo i miei ricordi, le miei radici che reclamano dignità? O è anche di vita propria che quest'atmosfera vive nella bellezza e nella maestosità dei luoghi?
Non potrò mai dare una risposta certa mentre il sangue torna a pulsare e i fotogrammi (pochi, troppo pochi) della mia vita "cornillara" si sovrappongono, si snodano e, infine, si dipanano lenti ai miei occhi.
Lenti come sono i miei respiri ora, pacati come questa quiete, sereni come la mia anima qui, tra i miei monti.
E torna alla mente una notte con il gruppo (cugini, parenti, amici anche di una sola stagione) al "giro dei castiglioni", tutti stesi, giovani, allegri e incoscienti sulle balle di fieno a guardare una luna piena inverosimile illuminare i monti della Laga.
Così, in silenzio, senza il ciarlare e la leggerezza di quei giorni, senza parole davanti a qualcosa di grandioso, troppo per noi e per la nostra età.
O le solitarie passeggiate all'alba, solo per vedere il sole levarsi dietro il monte Gorzano e sentire sulla pelle la brezza che a quell'ora si alza, spesso insieme alla leggera foschia che l'umidità dei boschi regala al mattino.
E ancora gli odori, quelli forti delle "cantinole", un misto di salumi, muffa dolciastra e polvere sottile, mai sgradevole comunque, o quello delicato delle piogge estive improvvise che bagnano una terra ricca che grida vita ad ogni goccia, e il letame caldo delle stalle che ancora oggi, percepito o solo vagheggiato altrove, mette i brividi alla mia pelle non più giovane.
Forse Cornillo Nuovo non è proprio questo per il passante che qui capita a caso, ma lo è per me e forse per tutti coloro che qui sentono di voler tornare perché da qui ha avuto inizio il loro viaggio.

Maria Simona Bellini


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