IL Grande Cerro di Sant'Angelo di Amatrice


In collaborazione con l'Associazione Insieme per Sant'Angelo A.I.P.S..

Perché salvare, tutelare e valorizzare un grande albero?


Il Grande Cerro di Sant'Angelo Sin dai tempi antichi l'uomo ha attribuito agli alberi, soprattutto ai grandi alberi, molti significati: storico, culturale religioso, paesaggistico, estetico affettivo ed emozionale spesso identificandoli come l'essenza stessa della vita.
Era proibito abbatterli si rischiava la prigione.
Gli alberi chiamati anche "storici", sono inseriti nelle memorie e nelle tradizioni di un popolo.
Sono testimoni di eventi anche leggendari.
La loro fortuna è di vivere un'età millenaria.

Solo a loro è concesso in quanto come dice il capitano Valido Capodarca un albero non è "mai di parte" perchè è il vero testimone della realtà storica.

Se potessero parlare racconterebbero la storia di un territorio, di una comunità di un popolo.
Sono dei monumenti storici ed artistici e per questo motivo devono essere tutelati come patrimonio regionale o nazionale o meglio dell'umanità alla pari di un reperto archelogico o di un monumento.

Come afferma Alfonso Alessandrini nel suo libro " La dimensione dei grandi alberi ci sovrasta e incombe con l'autorità dei secoli e dei millenni sul nostro quotidiano" e ancora "sono alberi carismatici, portano i nomi di santi di eroi, sono cattedrali vive, architravi del bosco, puntelli del firmamento.

Sono alberi con un anima che hanno avuto certamente un angelo custode molto zelante e si sono salvati".
Il messaggio culturale del grande albero è evidente, ci si avvicina all'ambiente ad un bosco.

L'albero monumentale non è solo un semplice numero censito con una etichetta in basso ma un elemento fondamentale del paesaggio e un "ornamento" naturale.

La visione di un vecchio albero ci deve far provare nuove sensazioni nuove curiosità soprattutto quando viene scoperto, ci avviciniamo alle meraviglie della natura.
Ricostruire la storia di un albero non è facile, spesso non c' è un limite tra storia leggenda, tradizioni popolari.

La Quercia di San'Angelo

Situata di fronte alla chiesetta campestre della Madonna di Galloro (nei pressi del cimitero della Frazione Sant'Angelo) è uno splendido esemplare di quercia (Quercus Cerris) alto più 21 metri, con una circonferenza di 6,8 metri.
L'età è stimata in oltre 600 anni e l'albero è stato inserito dal Corpo Forestale tra i monumentali d'Italia.
Di seguito alcuni dati scientifici della grande Quercia.

Cerro (Quercus cerris)

Famiglia: Fagaceae
Habitat: Fascia di vegetazione compresa tra i boschi collinari, dominati da roverella e carpino e le faggete montane. Sporadico in Italia settentrionale, diffuso in vaste cerrete ad alto fusto in Italia centrale e meridionale.
Fusto: Grande e scuro albero caducifoglio, a rapida crescita.Profilo alto ed espanso.La corteccia brunastra è fessurata e ruvida.
Foglie: Alterne, con margini lobati, ruvide, verde scuro e lucide sulla pagina superiore.La base è provvista di stipole.
Fiori: Fiori monoici, i maschili in amenti cilindrici penduli(lunghi 8 cm.), i femminili singoli o in gruppi da 2 a 5, racchiusi in un ivolucro di squame, accrescente nel frutto e formante la cupola.
Il Grande Cerro di Sant'Angelo Frutti: Il frutto e' un achenio (ghianda) che matura nel secondo anno dalla fioritura di forma ovato-allungato (sino a 3 cm.),solitario o a gruppi di 2-4 con brevissimo peduncolo presenta una cupola con squame lunghe e flessuose.Fiorisce da aprile a maggio.
L'areale del cerro si estende a gran parte dell'Europa centro meridionale ed orientale, presente in quasi tutta Italia (eccetto la Sardegna), si trova di frequente soprattutto negli Appennini dove forma boschi puri (cerrete)o misti.

Specie mesofila, tendenzialmente eliofila, teme le gelate tardive e i freddi intensi, non ha particolari esigenze edafiche in quanto puo' vegetare su terreni di vario tipo.

Il legno, di colore roseo e' duro, simile a quello della rovere ma di pregio minore; viene usato per le traverse ferroviarie previa impregnazione e per doghe da botte oppure come legna da ardere essendo un buon combustibile.

La corteccia è pregiata perché contiene un'elevata percentuale di tannino; questa sostanza ha la capacità di conciare le pelli, ammorbidendole e impedendone la putrefazione.
Coltivato in vivaistica forestale per rimboschimenti in ambiente mediterraneo.

Il "Grande Cerro" è raggiungibile a piedi, con una indimenticabile passeggiata partendo dalla piazza della chiesa della Frazione di Sant'Angelo (10 minuti circa).

Altrimenti in macchina percorrendo la via pricipale della Frazione di Sant'Angelo.


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