Il mistero del rarissimo Cristo Portacroce
Da Il Messaggero di Sergio Silva del 17-05-2005 - null
IL MESSAGGERO
Martedì 17 Maggio 2005
MONUMENTI DA SALVARE
Amatrice, il mistero del rarissimo Cristo Portacroce
di SERGIO SILVA
La rara iconografia del Cristo portacroce, rappresentata nellaffresco della parete destra dellIcona Passatora
di Amatrice, è un pezzo darte tardo-quattrocentesco da studiare ma soprattutto
da valorizzare.
Ne ha parlato recentemente il professor Mario DAchille alluniversità di Cassino,
evidenziandone la preziosità e lunicità.
Salvo nuove scoperte, per ora impensabili, in Europa, oltre alla nostra,
del dipinto ne esistono solo altri tre pezzi simili: nella chiesa di San Martino di Visso; in una chiesa rurale del Tirolo,
mentre lultimo conosciuto è conservato nel museo darte moderna di Lubiana.
Tutti hanno la stessa immagine e,
quel che li rende unici, è il fatto che il Cristo portacroce è contornato da strumenti dipinti sul fondo sparsi
apparentemente in modo casuale.
Da un lato la croce, dallaltra un calice in cui Cristo ferito versa il suo sangue.
Quello che maggiormente si assomiglia al dipinto conservato ad Amatrice è
laffresco sloveno, firmato da Giovanni da Lubiana e risale al 1494.
Il nostro, attribuito al Maestro di Configno,
risale al 1490.
Oltre alla quasi contemporaneità di esecuzione molto simile è anche la disposizione e la tipologia
degli oggetti da lavoro su entrambi rappresentati: un coltello, unascia, un rastrello, una bilancia ecc. diversi dei quali vanno
a colpire e ad incidere la figura del Cristo.
Ed è proprio questo particolare che ha dato il via ad una serie di
interpretazioni sul significato della rappresentazione fino ad oggi non completamente definita.
A tale proposito sappiamo di alcuni studi incompleti svolti da diversi studiosi locali reatini, sullinterpretazione del dipinto,
rimasti però fino ad oggi inediti: per una effettiva ed utile valorizzazione dellimportante raffigurazione è
auspicabile la presentazioni delle ricerche effettuate ed eventuali confronti con altri studi intorno ad un tavolo pubblico,
magari nel corso di un convegno.
Tornando allinterpretazione del dipinto, quella che viene considerata più calzante
è che gli strumenti rappresentano le varie attività lavorative delluomo, mentre il contenuto normativo è
lobbligo di santificare le feste evitando il lavoro e andando alla messa.
Il dipinto di Visso, più esplicito,
conserva nella cornice la scritta li diavoli co li forcuni li cacceranno ne lo inferno, un chiaro monito riferito a
coloro che non praticano lobbligo di osservare il riposo festivo per pregare il Signore.
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