RIETI - Scuola, personale al lavoro "in nero"


RIETI - Scuola, personale al lavoro Da Il Messaggero di Ilaria Strinati del 01-10-2008 - null

IL MESSAGGERO
Mercoledì 01 Ottobre 2008
Tutti precari che prima dell’incarico “fantasma” non avevano ricevuto neppure l’indennità di disoccupazione
Scuola, personale al lavoro “in nero”
Ottanta tra docenti, tecnici e ausiliari senza contratto per un errore informatico
di ILARIA STRINATI

In una scuola ormai allo sbaraglio, ci sono insegnanti e personale Ata che da un mese lavorano “in nero”.
Sembra incredibile ma è quanto sta accadendo dal primo settembre negli istituti omnicomprensivi della provincia di Rieti, dove oltre 80 persone - tra docenti, amministrativi, tecnici ed ausiliari - si trovano a prestar servizio senza un regolare contratto di lavoro.
Quindi: senza stipendio di settembre, senza tutele e garanzie assicurative e, soprattutto, senza alcuna certezza di quel che accadrĂ .
Ovviamente, parliamo di precari, di dipendenti che il 29 agosto hanno ottenuto l’incarico annuale dall’Ufficio scolastico provinciale e che dal primo del mese sono entrati in servizio.
Senonché, a mettersi di traverso stavolta ci ha pensato il sistema informatico che, a quanto pare, non consente di trasmettere i contratti sottoscritti al ministero dell’Economia.
Il motivo? Semplice: il sistema non riconoscerebbe i codici dei nuovi istituti omnicomprensivi, strutture scolastiche che raggruppano sotto un unico ombrello tutti gli ordini di scuola, dalla materna alle superiori.
Così, tra Magliano Sabina, Amatrice, Borgorose, i licei scientifico e classico di Poggio Mirteto ed il convitto dell’Alberghiero di Rieti, serpeggia la rabbia del personale scolastico che, dopo il danno dei tagli, è costretto a subire pure la beffa degli intoppi burocratici.
«Ad oggi ci troviamo senza stipendio di settembre - riferisce Paolo Martini, insegnante di educazione fisica presso l’istituto di Borgorose - abbiamo chiesto spiegazioni e ci è stato risposto che il problema avrebbe trovato una rapida soluzione ma così non è stato.
Non solo non siamo stati pagati, ma non sappiamo neanche fino a che punto arrivino le nostre responsabilità dal momento che i nostri contratti di fatto non sono stati trasmessi al ministero».
A cercare responsabilitĂ , bisognerebbe forse salire ben piĂą in alto rispetto al primo piano di via dei Flavi.
Fatto sta che la condizione di irregolaritĂ  in cui si trova ad operare il personale deve essere assolutamente sanata entro la prima settimana di ottobre se non si vuol correre il rischio di veder slittare gli stipendi addirittura a novembre.
«Come organizzazioni sindacali stiamo cercando di venire a capo di una situazione decisamente complicata, anche perché non si riesce a comprendere a chi vada addebitata la responsabilità di quanto sta accadendo», dice Luciano Isceri, segretario provinciale dello Snals che ricorda, per inciso, anche il persistente ritardo nel versamento dell’indennità di disoccupazione: «I precari della scuola sono ormai in attesa di percepire la disoccupazione da ben novanta giorni».
Se ora si aggiunge anche lo slittamento dello stipendio di settembre...arriviamo a quattro mesi senza vedere il becco di un quattrino.
Per chi ha famiglia, per chi in venticinque anni di precariato “storico” ha percorso la provincia in lungo e largo, da una scuola dell’amatriciano ad una della Sabina per mettere insieme un numero di ore sufficienti ad avere un salario minimo, è uno schiaffo che fa male anche sotto il profilo della dignità professionale.



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