La storia della Madonna di Filetta

Santa Maria della Filetta.

Stando alla scritta incisa sulla pietra del portale che dà accesso alla chiesa di Santa Maria della Filetta, il 24 di maggio dell’anno 1471 si verificò lo straordinario ritrovamento che dette origine alla leggenda di fondazione del Santuario.
In quella data, infatti, la giovane pastora Chiarina di Valente, sorpresa da un temporale, trovò precario rifugio sotto le fronde di una grande quercia nel bosco della Filetta.
D’improvviso, il lampo di un fulmine illuminò un oggetto che attrasse l’attenzione della fanciulla: cessata la pioggia, Chiarina rinvenne fra le foglie del sottobosco un prezioso cammeo che recava incisa l’immagine di una bella donna raggiante.
Tornata a casa, la giovane mostrò la pietra al parroco della chiesa dei Santi Lorenzo e Flaviano, che ravvisò nell’incisione l’immagine della Madonna e decise di notificare il ritrovamento a monsignor Prospero Caffarelli, vescovo di Ascoli Piceno.
Processione Madonna SS Filetta Si aprì un annoso conflitto di competenze fra gli amatriciani, che rivendicavano il diritto alla custodia del prezioso manufatto, rapidamente incluso in un reliquiario d’argento, (realizzato nel 1472 ad opera di Pietro di Vannino) ed il popolo della montagna, intenzionato ad erigere un santuario nel luogo della miracolosa agnizione.
Il vescovo Caffarelli sostenne il pio, legittimo desiderio dei boscaioli e dei pastori della Filetta che provvidero ad erigere la modesta struttura in pietra locale, a pianta rettangolare, caratterizzata dalla facciata a coronamento orizzontale su cui si apre il portale a sesto acuto sovrastato da un oculo che dà luce all’interno.
Unanalogo portale si apre lungo la parete laterale destra si aprono due finestrine ad arco acuto.
In una nicchia è conservato un bassorilievo raffigurante un Angelo, unico residuo di una più complessa rappresentazione scultorea.
All’interno, sono presenti numerose pitture votive fra cui spiccano per vastità e pregio gli affreschi del catino absidale.
Si tratta di un complesso ciclo pittorico, dedicato ad illustrare fin nei dettagli la storia dell’invenzione del cammeo e della dedicazione della chiesa, realizzato da Pier Paolo da Fermo, così come risulta dall’iscrizione apposta al dipinto parietale, (Così recita la scritta: -lo quale fo costruito dallo comm(u)ne dilamatrice fo penta la sop(ra)dicta cappella p(er) lemano mei pier paullo defirmo appetitio(n)e d(e) lom(e)ni dellamatrice allianni MCC...XX...addi XIII dilo mese de majo).
Benché lacomunità locale fosse dunque tanto sollecita nel dotare degnamente il santuario mariano, per oltre un secolo il reliquiario contenente la venerata immagine fu riposto presso il convento di San Francesco ad Amatrice.
Nel XVII secolo, finalmente, il cammeo venne collocato su un’edicola ligne aposta su di un altare intagliato e laccato in azzurro e doro, opera dell’ebanista Giovanni Battista Gigli, della villa di Prato.
A tutt’oggi, i festeggiamenti della Madonna della Filetta si svolgono con solennità nell’ottava dell’Ascensione, quando gli amatriciani tornano a recarsi in pellegrinaggio fino al Santuario mariano.

Questo documento è stato letto 15812 volte di cui 851 da dispositivo mobile.