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Re delle Valli

Il cinghiale (sus scrofa) appartiene all'ordine degli artiodattili, sottordine suiniformi, famiglia suidi.
Il nome del cinghiale deriva dal latino "singularis" che si é corrotto anche nel francese "sanglier" e che sta a significare la spiccata abitudine e tendenza che tale selvatico assume, trascorsi due o tre anni di vita, a vivere solitario a differenza d'altri selvatici, come, ad esempio, il camoscio, che per la maggior parte dell'anno ha abitudini essenzialmente gregarie.
Caratteristica del cinghiale, a differenza di altre specie, é la non territorialitá e quindi la sovrapposizione sullo stesso territorio di branchi provenienti da altre zone.
Da qui la presenza, in determinati periodi e in zone particolarmente ricche di cibo, di un notevole numero d'animali provenienti da territori anche molto distanti.

Abitudini e Biologia del Cinghiale
Nel cinghiale l'unità fondamentale è costituita dalla scrofa e dai sui cuccioli e il gruppo così costituito ha una solida gerarchia di pascolo.
Il maschio "solengo" conduce vita solitaria e solo a volte accetta la compagnia di qualcun altro.
All'epoca dei calori i maschi si avvicinano ai branchi, formati dalle femmine e dai giovani maschi, e creano un'area di influenza spartendosi le femmine.
Le femmine hanno 6 paia di mammelle e hanno di norma un solo parto all'anno.
Dopo l'accoppiamento la gestazione si protrae per 16-18 settimane e nell'imminenza del parto la femmina si ritira in un'area isolata.
Di solito danno alla luce da 3 a 10 piccoli.
Dopo il parto per circa due settimane la femmina e i cuccioli rimangono nel covo.
Il periodo dell'allattamento dura fino ai 3 mesi quando i cinghialetti perdono il pelo striato mentre la completa emancipazione si ha nella primavera successiva.
Il cinghiale è un animale di abitudini prevalentemente crepuscolari e notturne anche se dove non è disturbato è attivo anche in pieno giorno.
Frequenta Abitat diversi predilige zone boscose con fitto sottobosco dove si rifugia di giorno indisturbato.
Nel cinghiale la maturità sessuale si raggiunge dopo circa 10 mesi.
I maschi raggiungono la possibilità di riprodursi verso i 4 anni.
La vita in natura dura dai 15 ai 20 anni.
Il cinghiale ha regime alimentare quanto mai vario, ma essendo monogastrico si nutre di alimenti ad elevato valore nutritivo.
Si ciba di frutti selvatici, tuberi, rizomi, ghiande, castagne, foraggere, funghi, noci, insetti, rettili, larve.
Con il suo grifo usato a mo di aratro riesce ad estrarre i tuberi e radici dal suolo.
Proprio così facendo però creano grandi danni alle colture e ai terreni scavando buche e devastando i campi coltivati soprattutto di grano, orzo, mais.

Carne saporita e nutriente, adatta alle cotture in umido
Una ricetta con carne di cinghiale:

Cinghiale in umido

Ingredienti per 8 persone:
1,5-2 kg di carne di cinghiale già frollata
2 cipolle
1 gambo di sedano
1 carota
1-2 foglie di salvia
aglio, ramerino, prezzemolo, origano, noce moscata
olio extravergine di oliva
1 bicchierino di liquore (whisky, grappa, cognac) o 1 bicchiere di vino bianco
1 limone
sale e pepe

Immergere la carne tagliata a pezzi piuttosto grossi in acqua fresca, dopo 6 ore cambiare l’acqua e aggiungere il ramerino, una cipolla e volendo il succo di un limone.
Passate altre 6 ore preparare un battuto con tutti gli odori e le spezie (cipolla, carota, sedano, prezzemolo, ramerino, salvia, aglio, origano, noce moscata, pepe), togliere l’acqua e adagiare la carne in un tegame coperta dal battuto fresco.
Coprire e lasciare in infusione per una notte.
La mattina mettere su fuoco lento il tegame senza olio e gettare l’acqua che via via viene prodotta, solo a questo punto aggiungere l’olio e il liquore (o vino).
Una volta che l’alcol è evaporato e la carne risulta rosolata, si aggiunge il sale e poca conserva di pomodoro, che comunque non è necessaria.
Si aggiunge acqua fino a coprire metà della carne e si porta a termine la cottura.
La lunghezza dei tempi di cottura varia da animale a animale e quindi non si deve mai mescolare carni provenienti da due cinghiali diversi.


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