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La strada del Gusto del Gran Sasso

Si snoda per circa 60 km tra nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, attraverso le province di Teramo, L’Aquila e Rieti

da www.opinione.it - di Andrea Mancia

La Strada del Gusto individuata attraversa per circa 60 km il cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, interessando due Regioni (Abruzzo e Lazio) e tre Province (Teramo, L’Aquila, Rieti), una serie di comuni e le loro frazioni, centinaia di operatori economici (produttori, agricoltori, ristoratori, albergatori, commercianti) creando un interessante itinerario tra antichi borghi e paesaggi che già costituiscono una meta obbligata per appassionati della natura, sportivi e per tutti coloro che vogliano tuffarsi in questa oasi di verde, a pochi chilometri dalle grandi città e, in estate, dalle spiagge assolate del Tirreno e dell’Adriatico.

La Strada parte da Montorio al Vomano (provincia di Teramo), si sviluppa sulla SS80 seguendo il corso del Fiume Vomano (Cusciano, Poggio Umbricchio, Senarica, Nerito), fino a Ortolano, deviando poi per raggiungere e attraversare il Lago di Campotosto (il più grande lago artificiale d’Europa) per risalire (Poggio Cancelli, Comillo Nuovo, San Cipriano) verso Amatrice (Provincia di Rieti). La SS80 è un percorso stradale di collegamento molto importante e suggestivo: è la Strada maestra del Parco che attraversa il Parco nel territorio di confine tra il massiccio del Gran Sasso e la catena della Laga collegando la provincia dell’Aquila con quella di Teramo.

Gran Sasso d'Italia
Gran Sasso d'Italia

Questo percorso porta alla scoperta dei prodotti tradizionali e delle ricchezze nascoste del territorio. Una vera e propria guida per addentrarsi alla ricerca della tipicità e della qualità. Significativa è la scelta, come uno dei “capolinea”, di Amatrice, famosa per il sugo all’amatriciana, che ha reso impropriamente celebre la cucina romana nel mondo. Ogni anno ad agosto si tiene la “Sagra degli spaghetti all’amatriciana”. Amatrice deve la sua gloria gastronomica ad una tradizione antica; tanto profonda era questa tradizione, che Amatrice divenne la città dei cuochi dei Papi. Elemento fondante della sua scuola erano e sono le qualità degli ingredienti primari: la carne di primissimo livello, grazie ai pascoli abbondanti dei Monti della Laga, i formaggi conseguenti e l’acqua, di cui è ricco il territorio amatriciano.

Ad Amatrice, com’è stato affermato in precedenza, è presente il “Parco in Miniatura”, un giardino della conoscenza, dove sono riprodotti in scala i monumenti, gli animali e l’intero territorio del Parco Nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga.

Comunque, tutto l’itinerario della Strada del Gusto attraversa una zona è quasi autarchica per la quantità di produzioni alimentari che la rendono autosufficiente da un lato e luogo di delizie per i tutti i palati dall’altro. In quest’area hanno vissuto per secoli, importanti comunità che hanno lasciato tracce nella storia gastronomica della zona. Senza contare le tradizioni culinarie e le condizioni climatiche ideali per produrre grandi salumi e straordinari formaggi. L’elenco dei prodotti tipici sono quelli per la cui preparazione vengono impiegati esclusivamente prodotti legati al territorio. Ma, oltre ai salumi a Denominazione di Origine Protetta, ci sono altri prodotti della norcineria che proprio qui trovano il loro habitat ideale, come ad esempio la Mortadella di Campotosto.

Non moltissimi, ma ben radicati sul territorio, sono i piatti della tradizione che la zona conserva e che si possono trovare in un viaggio nel gusto. Diversi tra loro perché legati alle materie prime disponibili nelle aree di provenienza, sono i piatti che un tempo erano “quelli della domenica” e delle occasioni importanti.

Amatrice (RI)
Veduta di Amatrice (RI)

Il progetto di una “Strada del Gusto” nasce dal forte impegno profuso dall’Ente Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, sin dalla sua istituzione, nella tutela e valorizzazione di un territorio e di un ecossistema straordinari e unici. Impegnato nella cura e nella tutela del territorio come nella valorizzazione del patrimonio antropologico, il sostegno alle attività agricole e zootecniche costituisce per l’Ente Parco un ambito di particolare incisività. Un intervento che vede il Parco schierarsi al fianco di coloro che in montagna portano avanti forme di agricoltura e di allevamento sostenibili, e partner di progetti che, grazie al sostegno della ricerca universitaria, pongono i prodotti del Parco al centro di un interesse scientifico inedito, come nel caso del progetto miele.

Su altri fronti, attraverso la rete degli agricoltori custodi, è stato possibile riscoprire e rilanciare tanti prodotti territoriali di vera eccellenza, individuando forme di sostegno e di integrazione per le pratiche agricole di montagna o dare impulso alle attività zootecniche. In questo ambito i progetti e le attività in corso formano nel loro insieme un’eredità importante e necessaria, a vantaggio della conservazione della biodiversità e per il bene delle generazioni future.

La proposta di un modello compatibile e qualitativamente eccellente è a tutt’oggi il criterio seguito dal Parco per lo sviluppo del sistema agricolo e zootecnico. Un modello che trova fondamento nella crescente attenzione per la qualità dei prodotti e dei territori di produzione. Tale consapevolezza ha ispirato l’Ente ad avviare processi di partecipazione e di condivisione con i produttori locali, per percorrere insieme la via della qualità e della sostenibilità. Da questo percorso è scaturita una grande rete di produttori di autentiche eccellenze che dialogano costantemente con il Parco al fine di preservare le identità tradizionali e le economie locali, a vantaggio della diversità alimentare e per un consumo attento e consapevole.

da www.opinione.it di Andrea Mancia


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