Documenti: Curiosità, Poesie, racconti, favole e....


Generalmente poco conosciuto.

Status e distribuzione
I tritoni costituiscono un gruppo di specie generalmente poco conosciuto; ciò non è comunque stato sufficiente a garantire loro una maggiore protezione, soprattutto a causa della forte antropizzazione cui sono stati soggetti i loro habitat preferiti.
Ciò ha comportato la riduzione e la frammentazione dell'areale per numerose specie; inoltre alcune entità sono state scoperte in Italia solo recentemente.
Il Tritone alpestre, assai diffuso in Europa, è presente in Italia peninsulare con due sottospecie: il Tritone alpestre appenninico, distribuito dalla Francia sudorientale all'Appennino Tosco-Emiliano, - con popolazioni relitte nell'alta Maremma, nelle colline del Chianti e nei Monti della Laga - e il Tritone alpestre di Calabria, presente solo in alcuni laghetti della Catena Costiera calabra.
Il Tritone italiano è un endemismo appenninico limitato all'Italia centro-meridionale mentre il Tritone punteggiato è una specie eurocentroasiatica, distribuita in tutte le regioni dell'Italia centrale e settentrionale con la sottospecie Triturus vulgaris meridionalis; recentemente è stata segnalata in diverse località in provincia di Udine la sotto-specie Triturus vulgaris vulgaris, di cui tuttora non si hanno informazioni dettagliate.
In Italia è altresì presente il Tritone sardo, un endemismo della Sardegna estremamente raro in tutta l'isola tanto da essere considerato con molta probabilità l'anfibio più raro d'Europa.

Dimensioni Lungo 8-11 cm
Distribuzione geografica Europa

Biologia
I tritoni sono specie prevalentemente legate agli ambienti acquatici dove, a seconda del carattere stagionale o perenne delle acque e della fenologia delle diverse popolazioni, si possono trattenere anche tutto l'anno.
La riproduzione nel genere Triturus, avviene attraverso complessi corteggiamenti acquatici perlopiù nel periodo invernale-primaverile, quando i maschi sviluppano una caratteristica livrea nuziale; anche nel genere Euproctus l'amplesso è molto articolato sebbene si svolga diversamente dagli altri tritoni.
Si nutrono generalmente di piccoli invertebrati, e talvolta non disdegnano le larve della loro stessa specie.
Le larve, anch'esse carnivore, possono impiegare da pochi mesi fino a due anni per svilupparsi, a seconda del clima. Alcune popolazioni manifestano frequenti casi di neotenia e più raramente di albinismo.
Una particolare caratteristica dei tritoni, comune anche tra le salamandre, è quella di riuscire a rigenerare alcune parti del corpo amputate o perdute, tra cui la coda, gli arti e persino il cristallino degli occhi.
Tutto ciò naturalmente li rende interessanti animali "da laboratorio".

Conservazione
Come per le altre popolazioni di anfibi e rettili le principali cause del declino consistono nella distruzione dell'habitat (inquinamento, costruzione di dighe, captazione delle sorgenti), nell'introduzione di specie ittiche, nonchè nella raccolta di esemplari a fini commerciali o puramente amatoriali e scientifici.
Per queste specie, appartenenti alla cosiddetta "fauna minore", risulta determinante la definizione di un'apposita legge nazionale in grado di garantirne la protezione anche attraverso severe sanzioni.
Altrettanto necessari risultano l'intensificazione delle ricerche mirate all'individuazione dei siti riproduttivi e al monitoraggio delle popolazioni, il divieto di introduzione di specie ittiche e l'istituzione di aree protette nelle stazioni di presenza reali o potenziali.

Bibliografia consigliata Arnold E.N., Burton J.A., 1985 -Guida dei Rettili e degli Anfibi d'Europa. F. Muzzio Ed., Padova.

L'Oasi WWF di Lago Secco
L'Oasi di Lago Secco è di proprietà del WWF Italia e si trova nel comune di Accumoli (RI).
Si estende per 14 ettari ed è costituita da un laghetto appenninico, circondato da boschi di faggio con salice odoroso.
Sulle rive del lago si trovano erioforo, giunco artico, ranuncolo d'acqua, e diverse specie di orchidee.
Nell'Oasi sono presenti anfibi (tritone alpino, rana temporaria); rettili (natrice dal collare, luscengola); uccelli (aquila reale, poiana, falco pellegrino, gufo reale, barbagianni, sparviero) e mammiferi (tasso, capriolo, gatto selvatico, lupo).
Per raggiungere l'Oasi occorre prendere la S.s. 4 Salaria e uscire ad Arquata del Tronto, poi proseguire per Poggio d'Api; da lì seguire le indicazioni WWF.


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